Allarme topi: come difendersi dall'hantavirus.

      Gli esperti tecnici imputano la pullulazione di roditori al fenomeno della "pasciona forestale", ovvero la produzione particolarmente abbondante di seme pesante da parte del faggio  Fagus selvatica e dell'abete rosso Picea abies. Il fenomeno ha una frequenza variabile da zona a zona, ma si verifica per lo più ciclicamente ogni dieci anni. A tarda estate-autunno alcuni roditori forestali approfittano dell'abbondanza di cibo e, se il clima è abbastanza mite,subiscono una mortalità autunnale e invernale molto ridotta. A primavera proliferano in misura molto maggiore alla media, innescando fenomeni di pullulazione (aumento demografico improvviso). 

  La pullulazione attualmente in corso insiste sull'Arco Alpino nord-orientale da Tarvisio (Raibl-Fusine) fino a Pierabech, a Sud fino alle prime propaggini delle Prealpi Giulie (Venzone-Gemona), in provincia di Belluno, in Carinzia e in Slovenia ed è sostenuta da due specie forestali (il topo selvatico dal collo giallo Apodemus flavicollis e l'arvicola rossastra Myodes glareolus).

  La stampa slovena ha destato la preoccupazione in tutte le zone interessate da questa insolita pullulazione, poiché i topi vengono additati quali trasmettitori della cosiddetta "febbre murina" o, scientificamente, Hantavirosi (una grave malattia trasmessa dall'hantavirus che può provocare nell'essere umano una febbre emorragica con sindrome renale). La trasmissione avviene inalando polveri contenenti particelle essiccate di escrementi, urine e saliva di roditori, quindi all'interno di soffitte, granai, fienili, ma non all'aperto.
  Il virus, non nocivo per i roditori, è presente non solo nei topi, anche nei ghiri, scoiattoli, marmotte e altre specie. Mentre in Slovenia e, soprattutto, in Croazia la malattia è endemica e presente da molti anni (100 casi/anno circa ), nella provincia di Udine, fino a oggi, non è stato segnalato nessun caso e nessun paziente è stato ospedalizzato con diagnosi eziologica di F.E.S.R., ovvero Febbre Emorragica e Sindrome Renale. I topi sono costantemente campionati dal Servizio Veterinario dell'Azienda Sanitaria Alto Friuli e inviati all'Istituto Zooprofilattico delle Venezie di Padova.
Sulle carcasse si eseguono accertamenti di ordine istologico, batteriologico e virologico e vengono prelevati campioni per ulteriori analisi, che fino a oggi non hanno evidenziato lesioni riferibili a malattie infettive. Ulteriori analisi sono attualmente in corso oltre che allo Zooprofilattico delle Venezie, anche all'Istituto Superiore di Sanità e l'Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell'Emilia Romagna.  
  Per quanto riguarda la sensibilizzazione dell'opinione pubblica, il punto d'importanza cruciale è certamente la divulgazione delle basilari norme igieniche. In particolare viene raccomandato di: 
  • non raccogliere le carcasse di topi senza l'uso di guanti; 
  • lavarsi accuratamente le mani dopo aver maneggiato carcasse di topi o materiale contaminato da queste; 
  • lavare molto bene la frutta e la verdura, indipendentemente dalla loro provenienza; 
  • prima di pulire locali, soffitte o cantine presumibilmente abitate da topi (odore di urina e presenza di escrementi possono essere dei segnali eloquenti), arieggiare bene e pulire con un disinfettante adeguato senza sollevare polvere nell'aria e indossando, possibilmente, una mascherina; 
  • non buttare esche avvelenate sul terreno e, se proprio diventa necessario farlo, assicurarsi che le esche non siano raggiungibili da parte dei bambini e degli animali domestici e selvatici; 
  • seppellire, se possibile, le carcasse rinvenute, sia per evitare odori di putrefazione sia per togliere dal ciclo alimentare dei predatori silvestri e urbani i topi avvelenati.

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